Uno nessuno centomila

Titolo impegnativo lo so ma ho solo preso in prestito con grande rispetto per Pirandello

Troppo spesso diamo una levatura alla nostra persona solo nel valore intrinseco dell’aspetto materiale e quasi sempre comunque lo sminuiamo.

La capacità di dare alla nostra presenza in tutte le sue forme ci appare chiara solo quando viene meno quella di qualcun altro che ci fa star male.

Ecco che allora dovremmo capire che siamo entità uniche che però fanno parte di un sistema dove anche la singola presenza/assenza si potrebbe moltiplicare nello stesso pensiero di inaffidabilità in modo esponenziale e che questo è doloroso per chi lo subisce.

Disdire un appuntamento (per noia o svogliatezza) per esempio è la leggerezza di un attimo perché mai viene interpretata come la possibilità che potremmo non essere i soli ad averlo fatto.

In questi casi è fondamentale capire quanto siamo importanti nelle aspettative degli altri.

Rinunciare ad un impegno per pigrizia impone una riflessione sull’importanza della parola data e sull’attesa che l’altro conta su essa.

Smettere di andare in un posto, un esercizio dove contano sulla nostra presenza potrebbe sembrare una cosa da nulla non meritevole nemmeno di un approfondimento, lo stesso che pretenderemo in caso contrario.

Dovremmo quindi pesare le nostre scelte, parole, silenzi ed assenze con la stessa attenzione con la quale le valutiamo accusandole.

In questa ottica appunto sottolineiamo quanto il valore di ognuno di noi contribuisce alla serenità degli altri ragionando come insiemi e non come singoli.

Noia e paura due facce della stessa medaglia che generano un immobilismo in grado di creare alle volte vuoti destabilizzanti.

L’assenza della passione e attenzione genera l’ipertrofia delle norme che generano l’esperienza annientandola provocando il vuoto.

Capire la responsabilità che abbiamo sul tessuto sociale nella nostra singola presenza è il peso specifico del nostro valore.

I sorrisi diventano diamanti per i nostri interlocutori, finanche per semplici sconosciuti, gli abbracci pietre miliari nella nostra anima, i grazie segni indelebili di riconoscenza.

Sprecare questa nostra grande ed infinita potenzialità nel pensiero che poco sia di differenza per gli altri è un insulto alla nostra intelligenza.

Rendere migliore un’ora un giorno o una vita intera al prossimo è capire che il prossimo la può rendere a noi.

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